Boss GX-700: il multieffetti rack che non smette di sorprendere

di | 21 Agosto 2025

Il Boss GX-700 è un multieffetti rack anni ’90 che combina modellazione digitale e componenti analogici con un’architettura DSP Roland. Scopri il suo cuore elettronico, le caratteristiche sonore e perché continua a essere un compagno affidabile anche oggi.

Un classico anni ’90 dal cuore digitale

GX700

Prodotto tra il 1996 e il 2001, il Boss GX-700 è stato uno dei primi multieffetti rack ad adottare la modellazione fisica Roland, aprendo la strada a un nuovo modo di intendere la simulazione di ampli ed effetti. Con il suo design arancione brillante e la solidità costruttiva, è diventato un punto di riferimento per chitarristi alla ricerca di versatilità e praticità.

Caratteristiche tecniche

  • Conversione A/D a 22 bit e D/A a 18 bit, campionamento a 44.1 kHz
  • 200 programmi: 100 preset e 100 user
  • Connettività MIDI completa, loop effetti, uscite stereo
  • Simulazioni di amplificatori e cabinet, chorus, delay, reverb, EQ, compressore e noise reduction

L’elettronica del GX-700

Il cuore del GX-700 è un processore DSP proprietario Roland, sviluppato per garantire una gestione rapida della catena effetti e la modellazione digitale degli amplificatori. L’architettura interna è stata progettata per privilegiare la chiarezza del segnale e ridurre al minimo la latenza, elemento già raro per l’epoca.

L’ingresso principale passa attraverso uno stadio analogico di preamplificazione, seguito da un convertitore A/D a 22 bit, con oversampling ×16. Il segnale digitale viene poi gestito dal DSP che permette di:

  • Applicare effetti dinamici (compressore, limiter, noise gate)
  • Simulare circuiti di preamplificatori e cabinet
  • Inserire modulazioni, delay e riverberi con routing personalizzato

La conversione di ritorno avviene tramite D/A a 18 bit, che garantisce un suono caldo e definito nonostante i limiti tecnologici dell’epoca. L’uscita bilanciata e il loop effetti analogico offrono grande flessibilità per integrarlo con altri dispositivi hardware.

Un aspetto interessante è la filosofia costruttiva tipica di Roland/Boss: scheda compatta, componentistica affidabile e un layout pensato per resistere a usura e calore. Non è raro trovare GX-700 perfettamente funzionanti dopo quasi 30 anni, con pochissimi interventi di manutenzione (a parte potenziometri o connettori da ripulire).

Come suona davvero

Il GX-700 è ricordato soprattutto per le sue modulazioni calde e musicali. Chorus, flanger e phaser hanno un carattere inconfondibile e trovano facilmente spazio sia nei contesti live che in studio. I suoni puliti sono cristallini e definiti, mentre le distorsioni, pur convincenti per l’epoca, risultano oggi meno organiche rispetto ai moderni modeler: molti chitarristi preferiscono abbinarlo a un vero valvolare per la parte drive.

Suoni puliti e ambienti

Inserendo un riverbero o un delay stereo, il GX-700 restituisce un ambiente tridimensionale che, ancora oggi, compete con unità moderne. La sua risposta dinamica è sorprendentemente naturale, soprattutto se accoppiato con pickup single coil. Ancora molto validi il riverbero, il delay e le modulazioni in generale. Forse il chorus è un po’ sotto tono ma comunque utilizzabile. Conviene utilizzare il Pitch Shifter per creare un “detune” che rende il suono più liquido senza quella fastidiosa modulazione del suono.

Simulazione amplificatori e Distorsioni

I suoni high-gain hanno un timbro tipico anni ’90: un po’ più “digitale” rispetto alle unità attuali, ma perfetto se cercate atmosfere old school o generi alternative/industrial. Interessati alcune simulazioni di amplificatori quali Matchless, Marshall e del Roland JC120. Gli high gain, Soldano SLO100 e Peavy 5150, al giorno d’oggi non convincono molto. In questi casi è meglio utilizzare le simulazioni dei pedali. Molto valido il BD-2 e DS-1 per un boost di segnale.

Speaker Simulator

Per gli anni ’90 era una vera chicca soprattutto per il prezzo che aveva. Oggi ovviamente non regge il confronto con le tecnologie attuali ma tutto sommato è valido e, soprattutto, programmabile in molti dettagli.

Preset e programmazione

Uno dei punti di forza del GX-700 è la facilità di programmazione. Nonostante l’epoca, i menu sono intuitivi e l’editing è rapido grazie al display ampio. Salvare i propri suoni e richiamarli via MIDI è immediato, rendendolo ideale per chitarristi che si muovono tra più generi.

Utilizzo live

Montato in un rack leggero e abbinato a una pedaliera MIDI, il GX-700 diventa un compagno da palco affidabile. La gestione degli effetti in catena è flessibile, permettendo di posizionare distorsioni prima o dopo il preamp, e modulazioni/ambienti in coda. Inoltre, il noise reduction integrato fa un ottimo lavoro nel mantenere il segnale pulito anche con settaggi spinti.

GX-700 vs multieffetti moderni

Confrontato con Helix, Kemper o Fractal, il GX-700 mostra i suoi limiti in termini di realismo delle simulazioni e qualità delle distorsioni. Tuttavia, resta imbattibile in alcuni aspetti:

  • Rapidità d’uso e programmazione senza fronzoli
  • Modulazioni e ambienti dal carattere unico
  • Prezzo dell’usato estremamente accessibile (sotto i 200 €)

Difetti

Eh si, anche nell’ottimo GX-700 costruito con una elevata qualità, si può riscontrare un difetto e precisamente nel connettore posteriore di input. Delle volte capita, a causa dell’ossidazione, che smetta di funzionare. In questi casi una pulizia con spray disossidante permette di ripristinare i contatti ma di solito si preferisce la sostituzione completa del componente.

Conclusioni

Il Boss GX-700 non è solo un pezzo di storia, ma un processore che continua a offrire suoni validi e personalizzabili. Perfetto per chi cerca un multieffetti da rack pratico e musicale, rappresenta ancora oggi una scelta intelligente per il chitarrista che vuole un setup solido e versatile senza spendere cifre esagerate.

Un pensiero su “Boss GX-700: il multieffetti rack che non smette di sorprendere

  1. Antonello

    Salve sono Antonello (Lello Salis) acquistai nel 90 il gx700 da un noto e dei più grandi venditori di strumenti musicali Dalmaso, provato e ri provato mi ha convinto subito ma soprattutto per la sua facilità di programmazione, stupendi i delay, reverb, compressore,picht scif,. Chorus buono, ma aggiungedolo con un dual chorus Vox è spettacolare, è vero confermo con i sing.coil tru velvet dimarzio. Il tutto collegato in un pre o apmli valvolare.

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