Assembliamo una “Stratocaster” – pt. 2

di | 25 Gennaio 2016

Nel precedente post, ho illustrato quelle che erano le caratteristiche del corpo scelto per la costruzione della chitarra. Oggi, come già anticipato, si va a completare l’introduzione dei legni con la descrizione del manico scelto. Anche questo acquistato, insieme al body, sul sito BoxGuitar.

Il manico

Il manico che andrà a sposare il corpo della chitarra, è un classico “All Maple” con paletta piccola. Ad un modello tradizionale, che prevede 21 tasti e 9,5″ di “radius”, ho preferito un 22 tasti Jumbo avente curvatura minore da 12″ (scelta fatta più che altro per una questione di abitudine). Il manico si presenta grezzo ma con una rifinitura di buona qualità generale, l’origine dovrebbe essere sempre giapponese e forse provengono dalla stessa fabbrica in cui è stato prodotto il body (per chi fosse interessato il codice dell’articolo è NS22MU).

Essendo un manico “dritto”, ovvero con la paletta in asse rispetto manico, non è presenta la classica giunzione trasversale di accoppiamento. Un espediente costruttivo volto ad ottimizzare l’utilizzo del materiale, senza però incidere sulla resistenza strutturale.

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Posteriore della paletta

Seguendo la stessa impostazione del corpo, ovvero un tradizionale “Vintage” , il manico presenta alcune lievi differenze da quello che è lo standard attuale Fender. L’alloggiamento per il capotasto è di 1-5/8 pollici (41,3 mm), con la base che segue la curvatura del manico. La regolazione del “truss rod” è al tacco invece che alla paletta. Per chi non lo sapesse, il “truss rod”  è una semplice barra di metallo che serve a sostenere (e regolare) la corretta curvatura del manico alla forza di trazione delle corde. Questo elemento è inserito all’interno del manico e, nel caso in cui il manico sia un pezzo unico, il posizionamento avviene facendo una fresatura sulla parte posteriore del manico chiuso successivamente con un riporto di legno a “contrasto”, in modo da rendere il manico più gradevole alla vista. I fori delle meccaniche sono da 9 mm e non 10 mm, sempre per la sua impostazione “Vintage”.

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La classica paletta “Stratocaster”

Di buona qualità anche la finitura dei tasti, ben limati in superficie e soprattutto sul bordo dove al tatto non si percepiscono asperità. Anche i “dot”  segnatasti sono installati con cura.

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Bordo superiore del manico

L’accoppiamento corpo manico è ottimo. Le misure sono precise e si incastra perfettamente nel corpo esercitando solo una leggera pressione e, anche senza viti, il manico rimane perfettamente in sede. Devo dire che per quello che l’ho pagato, è un manico dall’ottimo rapporto qualità prezzo.

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Il tacco del manico

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La chitarra assemblata

Bene, adesso che ho la base, bisogna partire con quello che mi ero prefissato. Mi rendo conto che d’ora in poi le cose si faranno più complesse, ma entrerò in quelle che sono la fasi più entusiasmanti e difficili della costruzione di questa chitarra. Affronterò, a piccoli passi (e speriamo senza grossi intoppi), esperienze diverse che spaziano dalla verniciatura al cablaggio della parte elettronica.

Ma la domanda che mi gira nella testa in questo momento è una: “Di quale colore fare questa chitarra?”

Galleria fotografica

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